martedì 30 aprile 2013

p. 89- p.1



prova stampa.

 tav. 1- i fatti di marzo a bologna
 tav.89- uscendo dal cimitero a Merida.

"C'è tutto un mondo intorno"







La storia si chiama "C'è tutto un modno intorno", anche se ho scazzato di brutto e una volta mandato in stampa ho capito che il suo titolo doveva essere "La regione più trasparante". Il primo ci rimanda al titolo di una canzonde del 1979 dei Matia bazar, il secondo al libro omonimo dell'autore messicano Carlos Fuentes, che richiama a sua volta alla frase detta da Alexander Von Humboldt quando nel 1804 salì sui colli che circondano El valle de Mexico (valle dove si trova Mexico City) e pronunciò che quella era senz'altro "la regione più  trasparente da me mai vista". Molte cose sono cambiate negli ultimi duecento anni.. e pensare che negli anni '80 Città del Messico era la città più inquinata del pianeta.

"C'è tutto un mondo intorno" invece è la storia di una ragazza bolognese che dopo vivere nella propria pelle gli anni di piombo, decide di scappare via dall'italia, intraprendendo un viaggio che la porta in Messico. Lì conosce Auscencio, uno studente universitario che le fa conoscere le eraviglie della regione del Chiapas, e che dopo essersi innamorati, se la porta a vivere nella sua città: Merida, nella regione dello Yucatan. Lì la protagonista comincierà ad avere delle visioni al quanto strane e finirà per instaurare amicizie non solo con la gente del luogo, ma anche con le anime di personaggi storici e della tradizione popolare messicana, che la aiuteranno nella ricerca di un lavoro, a risolvere i problemi e a trovare la propria strada da seguire, ormai lontana dall'italia..dove non tonera mai più.

venerdì 19 ottobre 2012

PASSEGGIATE NOTTURNE



come cominciare?

Sicuramente essendo chiaro: per me questo è un periodo di merda. Parto male, lo so, e vi annoierò a morte lo so, ma ho deciso di scrivervi perchè ho bisogno di sfogarmi, di raccontare questo a qualcuno. Mi sono lasciato da dicianove giorni con il mio ragazzo. ormai ex. inutile dire che mi manca tantissimo, e dopo un bellissimo anno d'amore adesso purtroppo sono subentrati i più bassi e solenni sentiementi dell'essere umano: la tristezza, la delusione, un pò la rassegnazione mista incomprensione, l'amarezza e una profonda malinconia, per  non parlare della solitudine. questi sono i sentimenti di fondo che da qualche giorno accompganano le mie giornate d'autunno. ma bisogna anadare avanti, the show must go on. Ed è così che faccio: mi trovo alla ventinovesima tavola (di centouno) della graphic novel che sto preparando per la tesi che darò a marzo. sto prendendo anche la patente (eh già, pure anche quella visto che la mia patente messicana qui non vale un bel cazzo di niente e ormai è giunto anche il momento di motorizzarmi per facilitare la mia vita "di ragazzo di periferia") in più da diciotto giorni ho un lavoro nuovo: al negozio "low cost" tedesco di calzature DEICHMANN, con sede nel centro commerciale le piazze di Castel Maggiore. Ne ho da fare, diciamo. 

Il problema è che non riesco a concentrarmi, e sento adosso tutta una serie di responsabilità, di impegni, di date e di scadenze che mi fanno soltanto agitare più e più, e mi rendono ancor più teso e ansioso. Ma non posso mollare ne la tesi, ne la patente ne il lavoro, e quindi mi tocca andare avanti, senza la persona che ancor oggi amo e mi manca e senza il suo apoggio e il suo conforto, ma solo con qui bassi e solenni sentimenti dell'essere umano che prima accenavo. Ho provato a resistere, ad andare avanti, a buttarmi sul lavoro, ma niente. Questa settimana ho dovuto fare ben otto ore di strardinario per un disguido che c'è stato nella azienda all'ora di farmi il contratto ( pratticamente avevano sbagliato ed ero in debito di queste otto ore) e quindi per gli ultimi quattro giorni ho fatto sei ore anzichè le solite quattro del mio part time, con in mezzo un'ora di pausa obbligatoria..alla fine tra le ore, la pausa, un pò di straorinario che è imancabile, il bus di andate e qullo di ritorno, la mia giornata al lavoro pasò da 4 a 10 ore, senza poter così concludere neinete per la tesi, cosa che mi stressa e amareggia tantissimo. In più ho litigato con l'sitruttore della scuola guida, ho provato a cambiarlo ma alla fine dei conti mi son ritrovato davanti ai due titolari della autoscuola a dirmi che non si poteva fare e che io ero una persona arrogante che pensa che la strada sia solo mia ( cosa? vabè lasciam perdere valà) e in più sono due giorni che sto avendo dei piccoli sbagli al lavoro..la stanchezza direte, lo stress...eeh sì, perchè in questo negozio si lavorata tantissimo, devi stare contemporaneamente a servire i clienti, alla cassa, e in più, oltre che a "sistemare il negozio" devi fare due o tre lavori della giornata, tutto in quattro ore, e non si va via finchè non finisci, no no... in più siamo sotto personale perchè la responsabile è in ferie, un'altra è in formazione per diventare vetrinista in un altro punto vendita e un'altro ancora se nè andato così dal nulla a Londra. siam rimastio la vice, due ragazze pert-time e io, il nuovo, a gestire gli infiniti orari e turni dei centri commerciali. 

Con questo casino purtroppo non ho avuto nessun tipo di formazione ( anche se sarebbe in programma per la prossima settimana) e son stato buttato così, alla selvaggia a lavorare a fare tutto quello che si deve fare, nei tempi che si devono rispettare e ovviamente senza poter sbagliare. il problema è che spesso rimango da solo in negozio (per questioni di pause o cambio turni, o perchè l'altra persona in turno con me è in magazzino che sta facendo una cosa "importantissima" o al telefono cn qualche capo...e quindi mi tocca arangiarmi, far di necesità virtù e improvvisare. e ovviamente faccio le cazzate. due giorni fa siamo rimasti cinquanta minuti in più io e un'altra colega perchè in chiusura è venuto fuori che avavo combinato un pasticcio (insomma c'erano in cassa dieci euro in più) e oggi, purtroppo, c'erano quattordici euro e novanta in meno...........  inutile dire che già l'altra collega se l'era presa con me l'altra sera perchè l'ho fatta uscire un'ora dopo, e tutto ieri mi ha trattato con una insufficienza degna della peggior vipera. oggi alla fine abbiam risolto, era stato battuto per un errore mio, una scarpa due volte, e quindi nel sistema appariva come venduta ma poi controllando abbiam visto che in negozio c'era, solo che tra mail da spedire a milano, telefonata alla responsabile, storni, stampe e cazzi varie siamo usciti alle 21.10. un ora e dieci dopo l'orario di chiusura ( ma non pagano li straordinari ok?) io proprio stanco, demolito, non ne potevo più, ero proprio demoralizzato di tutto ciò, di fare dei casini assurdi, seppur involontariamente, ma anche triste perchè queste cose succedono perchè io credo di dare il mio meglio, ma che a volte uno fa quel che può, se son da solo in negozio a gestire clienti, cassa e cose varie, tra i 200 scontrini che fai può capitare che uno lo sbagli ( e crdetemi, con la cassa basta veramente poco per sbagliare, è un attimo). 

L'unico dettaglio è che l'ultima corriera che va a bologna da castelmaggiore passva alle 20.47, l'altro collega anche lui era a piedi e quindi non mi poteva dare un passaggio..e quindi? e quindi me la sono fatta a piedi. Ebbene sì signori, dopo sette ore in piedi mi sono fatto 3 kilometri a piedi, lungo la strada provinciale di galliera, in mezzo al buio della pianura bolognese, avvolta nella nebbia non tanto fitta delle nove di sera che da quelle parti, da settembre in poi, c'è sempre. Mi sono messo a piangere, mentre camminavo, perchè dopo giorni e settimane sciagurate, di stress, di ansia, di aspettative, di una grande delusione amorosa, l'unica cosa che mi poteva mancare era di dover tronare a casa a piedi in mezzo al nulla. mi sentivo proprio uno sfigato, e più ci pensavo e più mi mettevo a piangere, mentre le macchine mi sfrecciavano di fianco...

 Siccome so che a un certo punto ( all'altezza della frazione di primo maggio, a metà strada tra corticella e castel maggiore) c'è un pezzo di 200-300 metri in curva completamente al buio senza marciapiede, ho deciso di prender una scorciatoia, e cioè di "tagliare" per primo maggio e "da dietro" raggiungere destinazione per una via che sapevo portava a Corticella. Ed è stato questo il grosso sbaglio, perchè sebbene quella srtada l'avevo fatta una volta, l'avevo fatta di giorno e non sapevo che a un certo punto, per un bel pezzo, non è illuminata. ma quando me ne accorsi era ormai troppo tardi, e quindi mi rimaneva o tornare indietro di dieci minuti a piedi e riprendere la strada iniziale o proseguire al buio. Decisi di proseguire, tanto soldi nel portafoglio non ne avevo e quindi non mi potevano rapinare, e se mi dovaveano vioalntare già che c'erano mi facevano un piacere. 

Cominciandomi ad adentrare in quel pezzo completamente al buio avevo un pò paura, ma pian piano, mentre attraversavo la campagna, e mentre non passavano le macchine e non vedevo una luce e i miei occhi si abituavano all'oscurità, il mio udito ad ascoltare la campagna desolata e triste, a sentire la notte silenziosa, l'autunno così amaro, mi sentì all'improvviso un pò meglio... Passai davanti a una vecchia villa abbandonata con un vecchio cancello che non cìera più,ma dove ancora c'erano le due collonne che lo reggevano, con sopra due statue settecentesche di due donne nude che sembravano due sirene, e allora lì per lì addiritura pensai che quel posto era bello! E nel mezzo del camìn di nostra vita, in mezzo a una pianura oscura finalmente ritrovai la via smarrita: in lontananza vedevo il traguardo, la stazione di corticella. Quella che era una camminata forzata è diventatò una bella passeggiata (e cominciava a piacermi) era ormai finita.

 Una volta superata la stazione decisi di proseguire per girare appena possibile a sinistra ed entrare a corticella, ma oh sorpresa! quella strada verso corticella non andava ma girava tempestivamente a destra e sprofondava di nuovo nel buio della campagna. allorchè la stazione era chiusa col cancello ( sembra pazzesco, ma è una piccola stazione secondaria dove non ci si ferma quasi mai nessun treno, men che meno di venerdi sera) quindi non mi restò che scavalcare. scesi per il sottopassaggio, e una volta sul primo binario, tornai a scavalcare ritrovandomi finalmente a corticella, davanti alla vecchia fabrica della pasta omonima, da qualche anno abbandonata. Mentre camminavo verso via di corticella per prender il bus, pian piano le luci della città tornavano, e poco a poco c'erano sempre più persone sulla strada. Li guardavo e mi sentivo un pò strano, un pò come Colombo come quando scoprì l'america, e anche se è buffo, mi sentì decisamente più sollevato. Mi sembrava che fosse passata un'eternità da quando partì da Castel maggiore. 

Arrivai dopo quarantasette minuti di camminata alla prima fermata utile e appena mi girai c'era il ventisette che stava arrivando. neanche un minuto di attesa, per fortuna. Salì, mi sedetti e finalmente mi avviai verso casa.

lunedì 3 settembre 2012

ESSERE  O NON ESSERE?

Essere l'unico messicano che lavora in un ristorante messicano, per me è un po' un paradosso, sopratutto se si pensa che a volte di messicano ho ben poco ( dal punto di vista fisionomico, intendiamoci). Però, è proprio questa fortuna che ho, di essere "un messicano", la quale mi ha dato un lavoro nel giro di 30 secondi:
qualche giorno fa, sono andato a questo ristorante messicano in questione per chiedere lavoro, alle persone che lì cerano mi sono rivolto in lingua (spagnola ovviamente) presentandomi e chiedendo se "per caso" avessero bisogno di un cameriere-extra..poi, il colpo basso, dicendo: "yo tambien soy mexicano". La cosa buffa è che i miei interlocutori erano proprio i titolari e loro, come nessuno in quel posto erano messicani...quasi tutti venezuelani, chi peruviano, chi dominicano, chi cubano, ma nessun messicano; e siccome nel ristorante messicano ci dev'essere ALMENO un messicano, questi si sono guardati agli occhi, si sono sorrisi reciprocamente e mi hanno dato subito "la divisa", un grembiulino, una comanda e una biro. ecco fatto. venerdì della settimana scorsa ho cominciato a lavorare.

Devo dire però che è molto divertente, sopratutto se penso che solo durerà per il periodo della festa dell'unità, quindi me la sto godendo alla grande: i chef venezuelani che non sanno niente di cucina messicana a cui devo dire che nel guacamole non ci va tutto quel prezzemolo, che sennò sto'guacamole saprà solo di prezzemolo! o continuare a ribadire alla padrona che la birra DESPERADOS non è messicana, poiché è MADE IN FRANCE.... insomma io capisco che il marketing è il marketing e che di questi tempi uno deve vendere quel che può, anche se stesso. Ed è proprio per quello che capisco le mie colleghe cubane che lavorano sette ore di fila con dei tacchi che sembrano dei trampoli e conciate con dei corsetti rosa che schiacciano e lasciano molto in evidenza le tette, accompagnate di sombrero, minigonna e stivaletti bianchi tipo COWGIRL. così il locale si riempe di avvoltoi bolognesi, e così loro vengono pagate di più.

La curiosità è che questi avvoltoi bolognesi puntualmente mi dicono: ma tu..tu non sei messicano!!  e allora qui arriva la parte più bella, perché godo dal fatto che loro pensano di sfottermi, ma finisco sfottendoli io perché, essendo l'unico messicano del ristorante messicano ho più di tutti credibilità nella consapevolezza del fatto che: il guacamole da ricetta, non è piccante,che nei burritos non ci vanno i fagioli, che il chili NON è un piatto messicano, (ma bensì una invenzione TEX-MEX) che la corona fa schifo, che il churrasco è argentino, e che il piccante non è obbligatorio, ma bensì un "optional" nella cucina messicana, e che non importa se loro pensano di avere ragione perché' l'estate scorsa sono stati una settimana a ferragosto in Messico perché io là ci sono nato e là ci ho vissuto ben 19 anni della mia vita.... ed è così che poi finiscono per darmi ragione seccati  e cambiamo discorso, spesso e volentieri  chiedendomi qualcosa sulle cubane: se sono impegnate, quanti anni hanno, bla bla bla...

Insomma gira che rigira nel ristorante messicano, gestito da venezuelani, dove il cuoco è dominicano e io sono l'unico messicano si finisce che tutto gira intorno alle butta-dentro cubane. Io dal canto mio son contentissimo: mangio gratis tutte le sere, mi pagano bene, e mi rinfresco la memoria della mia madre lingua, sto cominciando a prendere la cadenza venezuelana e a imparare a vedere la vita proprio come fanno i cubani: un divertente puttanaio.


sabato 2 giugno 2012

CATTIVERIA. pura cattiveria, quella che si appresta ad accingere i miei pensieri, la mia mente, i miei sensi, al solo pensiero di domani dover intraprendere il lungo viaggio verso il Shopville Gran Reno ( Euromercato per i  bolognesi e non , ma residenti a bulàgna da quando era proprietà di Silvio berlusconi). Ecco quindi, che l'euromercato, per il solo peccato di avere un "azzurro" carrefour e non una "rossa" coop al suo interno (oltre certamente che per essere stata appunto proprietà del cavaliere) la domenica e i festivi, se non si ha un mezzo proprio, è praticamente impossibile da raggiungere. Le alternative quindi sono due: la navetta dell' IKEA, per un modico prezzo di euro 5,00 oppure il treno. si signori, si. il treno. il treno bisogna prendere per andare a casalecchio!! ma non qualsiasi treno, ma la suburbana bologna-Vignola, ( che chicca!) che proprio nei giorni festivi ha soltanto 3corse utili per arrivare nei paraggi. Ed ecco qui che subentra la prima scocciatura: il dover  arrivare ore prima, per non arrivare in ritardo...poi non sto neanche a spiegare la rottura  di dover andare in bicicletta fino alla stazione per lasciarla lì e prendere il suddetto treno perchè se no sembra che mi sto sempre a lamentare, ma bisogna specificare che per tornare indietro non c'è un treno in orario utile (dovrei aspettare due ore) e che quindi l'unica soluzione sarebbe salire con la bici sul treno, che per dovere di cronaca lo dico, si può, e tornare in bici a casa mia, cosa non del tutto idonea, data la distanza e il precedente di otto ore di lavoro in piedi. Per fortuna (e ancora non ho capito perché) per tornare indietro c'è la corriera: ma non una corriera qualunque con un numero di corsa qualunque come il 27 o il 657, ma col nome "bazzanese" e che, questo si, grazie al cielo, passa dopo un quarto d'ora dalla chiusura del centro commerciale, cosa che ti da però appena  il tempo di correre alla fermata. perchè? perchè la fermata si trova nella ridente Riale, frazione di Zola Predosa, distante dal Euromercato, circa 250 metri; quindi uno deve uscire insomma non dico di corsa, ma consapevole che deve arrivare a sta cazzo di fermata almeno due tre minuti prima dell'orario del bus, perché quella è l'unica corriera che passa e se no poi dopo te la fai a piedini fino al centro di casalecchio e altro che T-DAYS! ma  sai che per arrivarci devi: uscire, scendere al piano terra, attraversare il parcheggio, il viale, attraversare tuuutto il parcheggio del palamalaguti o futurshowstation o come cazzo si chiami quel palasport che c'è là ( quello dove i subsonica fanno i concerti ogni sei mesi, per intenderci) , attraversare di nuovo un'altro vialetto, il sottopasso della ferrovia, salire le scale, il parcheggio della ferrovia, arrivare sulla bazzanese e percorrer circa 30 metri fino alla fermata. ANSIA. e dopo tutto ciò resta chiaro che ovunque sia la tua destinazione finale devi per forza fare tappa in stazione a recuperare la bici, perché non so voi, ma  io sinceramente là non mi fido a lasciarla manco una notte. 

aaahh...quante polemiche inutili, direte, poi.. chi parla? uno che è pure uno sporco negro immigrato messicano!!! che sicuramente quando abitava dalle sue parti si spostava con il mulo e si faceva 16 km. di strada a terra battuta per raggiungere la scuola!!?? be', può darsi, ma penso sinceramente (aldilà di inutili polemiche e del fatto che è vero, i bus in Messico sono veramente messi peggio) che il comune della nostra città, oltre quelli del hinterland cittadino, naturalmente, dovrebbero pensare seriamente a potenziare quello che già esiste, e si chiama SERVIZIO FERROVIARIO METROPOLITANO. Perché non è concepibile, al meno al mio avviso, che una città come Bologna, se non vuole o non se la può permettere una metropolitana, spenda i soldi di noi contribuenti in opere INUTILI come il people mover (per non parlare neanche del  famigerato civis) che francamente non sono un utile servizio  alla mobilità dei cittadini. i binari ci sono già, e le amministrazioni dovrebbero  poter garantire una degna mobilità (anche la domenica e festivi) alla gente che si deve spostare da castelmaggiore a San ruffillo, piutosto che da Ceretolo a San lazzaro. è semplice (sopratutto adesso che si parla di centro storico pedonalizzato, di contaminazione dell'aria, di contaminazione acustica) far in modo che le masse, i lavoratori, si spostino da una parte all'altra della zona metropolitana in modo veloce ed efficace, senza dover passare per il centro storico, se non è indispensabile. Io soltanto penso a come sarebbe diversa la mia domenica se ci fosse una suburbana (il trenino intendo), anche solo una ogni ora, da una ipotetica "stazioncina" sul binario che incrocia via zanardi, qui vicino a casa mia. arriverei in 20 minuti a destinazione e pagherei molto più volentieri il mio abbonamento mensile. 

ma si sa, c'è chi sta peggio. buonanotte. 





lunedì 16 gennaio 2012

"vuoi stare zitta parfevore?" (seconda parte)





ma che freddo fa oggi??!! non siamo saliti in tutta la giornata al di sopra dello zero. brrr..
be' alla fine l'inverno vero un pò mi mancava. intanto vi condivido queste. ciao!