venerdì 19 ottobre 2012

PASSEGGIATE NOTTURNE



come cominciare?

Sicuramente essendo chiaro: per me questo è un periodo di merda. Parto male, lo so, e vi annoierò a morte lo so, ma ho deciso di scrivervi perchè ho bisogno di sfogarmi, di raccontare questo a qualcuno. Mi sono lasciato da dicianove giorni con il mio ragazzo. ormai ex. inutile dire che mi manca tantissimo, e dopo un bellissimo anno d'amore adesso purtroppo sono subentrati i più bassi e solenni sentiementi dell'essere umano: la tristezza, la delusione, un pò la rassegnazione mista incomprensione, l'amarezza e una profonda malinconia, per  non parlare della solitudine. questi sono i sentimenti di fondo che da qualche giorno accompganano le mie giornate d'autunno. ma bisogna anadare avanti, the show must go on. Ed è così che faccio: mi trovo alla ventinovesima tavola (di centouno) della graphic novel che sto preparando per la tesi che darò a marzo. sto prendendo anche la patente (eh già, pure anche quella visto che la mia patente messicana qui non vale un bel cazzo di niente e ormai è giunto anche il momento di motorizzarmi per facilitare la mia vita "di ragazzo di periferia") in più da diciotto giorni ho un lavoro nuovo: al negozio "low cost" tedesco di calzature DEICHMANN, con sede nel centro commerciale le piazze di Castel Maggiore. Ne ho da fare, diciamo. 

Il problema è che non riesco a concentrarmi, e sento adosso tutta una serie di responsabilità, di impegni, di date e di scadenze che mi fanno soltanto agitare più e più, e mi rendono ancor più teso e ansioso. Ma non posso mollare ne la tesi, ne la patente ne il lavoro, e quindi mi tocca andare avanti, senza la persona che ancor oggi amo e mi manca e senza il suo apoggio e il suo conforto, ma solo con qui bassi e solenni sentimenti dell'essere umano che prima accenavo. Ho provato a resistere, ad andare avanti, a buttarmi sul lavoro, ma niente. Questa settimana ho dovuto fare ben otto ore di strardinario per un disguido che c'è stato nella azienda all'ora di farmi il contratto ( pratticamente avevano sbagliato ed ero in debito di queste otto ore) e quindi per gli ultimi quattro giorni ho fatto sei ore anzichè le solite quattro del mio part time, con in mezzo un'ora di pausa obbligatoria..alla fine tra le ore, la pausa, un pò di straorinario che è imancabile, il bus di andate e qullo di ritorno, la mia giornata al lavoro pasò da 4 a 10 ore, senza poter così concludere neinete per la tesi, cosa che mi stressa e amareggia tantissimo. In più ho litigato con l'sitruttore della scuola guida, ho provato a cambiarlo ma alla fine dei conti mi son ritrovato davanti ai due titolari della autoscuola a dirmi che non si poteva fare e che io ero una persona arrogante che pensa che la strada sia solo mia ( cosa? vabè lasciam perdere valà) e in più sono due giorni che sto avendo dei piccoli sbagli al lavoro..la stanchezza direte, lo stress...eeh sì, perchè in questo negozio si lavorata tantissimo, devi stare contemporaneamente a servire i clienti, alla cassa, e in più, oltre che a "sistemare il negozio" devi fare due o tre lavori della giornata, tutto in quattro ore, e non si va via finchè non finisci, no no... in più siamo sotto personale perchè la responsabile è in ferie, un'altra è in formazione per diventare vetrinista in un altro punto vendita e un'altro ancora se nè andato così dal nulla a Londra. siam rimastio la vice, due ragazze pert-time e io, il nuovo, a gestire gli infiniti orari e turni dei centri commerciali. 

Con questo casino purtroppo non ho avuto nessun tipo di formazione ( anche se sarebbe in programma per la prossima settimana) e son stato buttato così, alla selvaggia a lavorare a fare tutto quello che si deve fare, nei tempi che si devono rispettare e ovviamente senza poter sbagliare. il problema è che spesso rimango da solo in negozio (per questioni di pause o cambio turni, o perchè l'altra persona in turno con me è in magazzino che sta facendo una cosa "importantissima" o al telefono cn qualche capo...e quindi mi tocca arangiarmi, far di necesità virtù e improvvisare. e ovviamente faccio le cazzate. due giorni fa siamo rimasti cinquanta minuti in più io e un'altra colega perchè in chiusura è venuto fuori che avavo combinato un pasticcio (insomma c'erano in cassa dieci euro in più) e oggi, purtroppo, c'erano quattordici euro e novanta in meno...........  inutile dire che già l'altra collega se l'era presa con me l'altra sera perchè l'ho fatta uscire un'ora dopo, e tutto ieri mi ha trattato con una insufficienza degna della peggior vipera. oggi alla fine abbiam risolto, era stato battuto per un errore mio, una scarpa due volte, e quindi nel sistema appariva come venduta ma poi controllando abbiam visto che in negozio c'era, solo che tra mail da spedire a milano, telefonata alla responsabile, storni, stampe e cazzi varie siamo usciti alle 21.10. un ora e dieci dopo l'orario di chiusura ( ma non pagano li straordinari ok?) io proprio stanco, demolito, non ne potevo più, ero proprio demoralizzato di tutto ciò, di fare dei casini assurdi, seppur involontariamente, ma anche triste perchè queste cose succedono perchè io credo di dare il mio meglio, ma che a volte uno fa quel che può, se son da solo in negozio a gestire clienti, cassa e cose varie, tra i 200 scontrini che fai può capitare che uno lo sbagli ( e crdetemi, con la cassa basta veramente poco per sbagliare, è un attimo). 

L'unico dettaglio è che l'ultima corriera che va a bologna da castelmaggiore passva alle 20.47, l'altro collega anche lui era a piedi e quindi non mi poteva dare un passaggio..e quindi? e quindi me la sono fatta a piedi. Ebbene sì signori, dopo sette ore in piedi mi sono fatto 3 kilometri a piedi, lungo la strada provinciale di galliera, in mezzo al buio della pianura bolognese, avvolta nella nebbia non tanto fitta delle nove di sera che da quelle parti, da settembre in poi, c'è sempre. Mi sono messo a piangere, mentre camminavo, perchè dopo giorni e settimane sciagurate, di stress, di ansia, di aspettative, di una grande delusione amorosa, l'unica cosa che mi poteva mancare era di dover tronare a casa a piedi in mezzo al nulla. mi sentivo proprio uno sfigato, e più ci pensavo e più mi mettevo a piangere, mentre le macchine mi sfrecciavano di fianco...

 Siccome so che a un certo punto ( all'altezza della frazione di primo maggio, a metà strada tra corticella e castel maggiore) c'è un pezzo di 200-300 metri in curva completamente al buio senza marciapiede, ho deciso di prender una scorciatoia, e cioè di "tagliare" per primo maggio e "da dietro" raggiungere destinazione per una via che sapevo portava a Corticella. Ed è stato questo il grosso sbaglio, perchè sebbene quella srtada l'avevo fatta una volta, l'avevo fatta di giorno e non sapevo che a un certo punto, per un bel pezzo, non è illuminata. ma quando me ne accorsi era ormai troppo tardi, e quindi mi rimaneva o tornare indietro di dieci minuti a piedi e riprendere la strada iniziale o proseguire al buio. Decisi di proseguire, tanto soldi nel portafoglio non ne avevo e quindi non mi potevano rapinare, e se mi dovaveano vioalntare già che c'erano mi facevano un piacere. 

Cominciandomi ad adentrare in quel pezzo completamente al buio avevo un pò paura, ma pian piano, mentre attraversavo la campagna, e mentre non passavano le macchine e non vedevo una luce e i miei occhi si abituavano all'oscurità, il mio udito ad ascoltare la campagna desolata e triste, a sentire la notte silenziosa, l'autunno così amaro, mi sentì all'improvviso un pò meglio... Passai davanti a una vecchia villa abbandonata con un vecchio cancello che non cìera più,ma dove ancora c'erano le due collonne che lo reggevano, con sopra due statue settecentesche di due donne nude che sembravano due sirene, e allora lì per lì addiritura pensai che quel posto era bello! E nel mezzo del camìn di nostra vita, in mezzo a una pianura oscura finalmente ritrovai la via smarrita: in lontananza vedevo il traguardo, la stazione di corticella. Quella che era una camminata forzata è diventatò una bella passeggiata (e cominciava a piacermi) era ormai finita.

 Una volta superata la stazione decisi di proseguire per girare appena possibile a sinistra ed entrare a corticella, ma oh sorpresa! quella strada verso corticella non andava ma girava tempestivamente a destra e sprofondava di nuovo nel buio della campagna. allorchè la stazione era chiusa col cancello ( sembra pazzesco, ma è una piccola stazione secondaria dove non ci si ferma quasi mai nessun treno, men che meno di venerdi sera) quindi non mi restò che scavalcare. scesi per il sottopassaggio, e una volta sul primo binario, tornai a scavalcare ritrovandomi finalmente a corticella, davanti alla vecchia fabrica della pasta omonima, da qualche anno abbandonata. Mentre camminavo verso via di corticella per prender il bus, pian piano le luci della città tornavano, e poco a poco c'erano sempre più persone sulla strada. Li guardavo e mi sentivo un pò strano, un pò come Colombo come quando scoprì l'america, e anche se è buffo, mi sentì decisamente più sollevato. Mi sembrava che fosse passata un'eternità da quando partì da Castel maggiore. 

Arrivai dopo quarantasette minuti di camminata alla prima fermata utile e appena mi girai c'era il ventisette che stava arrivando. neanche un minuto di attesa, per fortuna. Salì, mi sedetti e finalmente mi avviai verso casa.