mercoledì 28 settembre 2011

" A TIBURTINA"

Il passato 14 dicembre 2010 il parlamento aprovava la fiducia al governo Berlusconi, seppur con colpi di scena clamorosi: in quei giorni si parlò di una compra-vendita spudorata dei voti, delle promesse di poltrone e posticcini all'interno del governo, come di pagamenti di eventuali mutui ai parlamentari "responsabili" che avessero deciso di far reggere il governo fino al 2013. Quel 14 dicembre, fuori Montecitorio invece, ci fù a dir poco una guerriglia urbana che paralizzò tutto il centro della capitale, dove si riportarono inumerevoli danni, saccheggi, incendi, arresti e feriti. L'italia era sgomenta e divisa da una clase politica insofferente ai problemi dell'italiani e di un popolo, quello italiano, che dimostrava sempre di più intolleranza, violenza e barbarie.

All' indomani io mi trovavo, alle sette e un quarto di mattina e a meno cinque gradi, sul secondo binario della stazione centrale di Bologna, in attesa del treno freccia rossa che mi avrebbe portato in solo 3 ore alla capitale (è stata la prima ed unica volta che ho preso quel treno, perchè per il mio ritorno avevo prenotato l'espresso-notturno, che con le nevicate ed il freddo dei giorni successivi, fece la tratta Roma-Bologna in sette ore). Ma non andavo a Roma per manifestare, ne menchemeno per farmi arrestare: semplicemente dovevo. Eh si...dovevo reccarmi d'obbligo all'ambasciata del Messico in Italia, con sede a Roma, ed era un imperattivo cattegorico: dovevo. Dovevo andarci per motivi che ora non importa che racconti, ma non avevo alternativa: se volevo sbrigare delle facende notarili messicane dovevo (e ancora) andare a porre una firma fino a Roma.

Comunque sia, il viaggio sulla freccia rossa è stato bellissimo: attraversare a tutta velocità l'appennino complettamente brinato, mentre il sole sorgeva rosso tra i monti, in una giornata limpida di ciel sereno, è stato quasi come d'incantesimo: mancavano soltanto le fate; perchè dei boschi così bianchi, cosi candidi, puri  ed apparentemente silenziosi e intatti non li avevo mai visti in vita mia. Come d'altronde non avevo mai  visto la capitale. E ovviamente non sapevo cosa mi aspettava....


                                        





*Questa storia è bassata su fatti reali, ma non è reale. Nome di persone e luoghi sono delle semplici coincidenze. Si noti, inoltre, che alla tavola No.4 si collega con la storia di "ROBBY" .

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